Mario Cresci è nato a Chiavari nel 1942. Dal 1963 al 1966 studia design e fotografia al “Corso Superiore di Industrial Design” di Venezia, anche sotto la guida di Italo Zannier, e ben presto si interessa di sperimentazione nell’ambito della grafica e dei diversi linguaggi visivi in un’ottica di analisi e interscambio delle varie forme espressive.
Nel 1966 entra nel gruppo di architettura e design “Il Politecnico”, con il quale avvia una ricerca etno-fotografica che si svolgerà a Venezia e poi soprattutto a Matera dove, dal 1970 alla fine degli anni Ottanta, Cresci lavorerà stabilmente, usando la fotografia come strumento di relazione concettuale tra lo sguardo e il proprio personale coinvolgimento nella realtà e nelle problematiche dei luoghi in cui vive. Qui, accanto alle proprie ricerche come fotografo, impegnato in una grande rilevazione ambientale e culturale che sfocerà nel libro Matera, immagini e documenti (Matera, Meta, 1975), inizierà anche una importante attività come operatore culturale, promuovendo iniziative attente soprattutto alle tematiche del territorio, che svilupperà poi nell’arco di tutta la sua carriera artistica, partecipando a diverse mostre in Italia e all’estero, e realizzando numerose pubblicazioni.
Alla fine degli anni Sessanta inizia una stretta collaborazione con artisti quali Kounellis, Pascali, Mattiacci e, nel 1968, a Roma, incontra i torinesi Paolini, Pistoletto, Boetti e collabora con Fabio Sargentini all’Attico, con Mara Coccia all’Arco d’Alibert, oltre che con la rivista di arte contemporanea “Cartabianca”. Successivamente è a Parigi e poi a Milano dove, nell’ambito del suo impegno tra politica e arte, realizza, alla Galleria Il Diaframma, uno dei primi environnement fotografici in Europa.
Dal 1974 partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia e a molte esposizioni d’arte e di fotografia in Italia e all’estero. Dal 1975 unisce all’attività di ricerca fotografica (condotta in particolare sui temi della memoria, l’identità, l’architettura e il paesaggio), un’attività di sperimentazione didattica nelle scuole di design dell’Italia meridionale e in ambito etnografico e antropologico.
Nel 1977 riceve il Premio Bolaffi per la Fotografia e nel 1984 collabora con Luigi Ghirri per la mostra “Viaggio in Italia” (cfr. M. Cresci, Mettere al mondo il mondo, in R. Valtorta, a cura di, Racconti dal paesaggio. 1984-2004 A vent’anni da Viaggio in Italia, Milano, Museo di Fotografia Contemporanea-Lupetti, 2004, pp. 188-194).
Nel 1989 si trasferisce a Milano e, per alcuni anni, insegna Comunicazione visiva e fotografia all’Istituto Europeo di Design. Dal 1992 al 2000 dirige l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo e dal 1996 al 1999 il Festival di fotografia di Savignano. Nel 1995 viene organizzata la prima rassegna della sua produzione artistica alle Stelline di Milano e nel 1998 cura per i “Rencontres de la photographie” di Arles una rassegna di giovani fotografi italiani. Insegna Storia della fotografia presso l’Università di Parma (2000-2003), e nel corso di Design della Comunicazione al Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura (2003-2004). Attualmente insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, nei corsi di specializzazione post-laurea e di “Teoria e metodo della fotografia”.
Tra le principali mostre a lui dedicate, si ricorda l’antologica “Le Case della fotografia: Mario Cresci 1966-2003” (alla GAM di Torino, 2004) e la recente “Sottotraccia. Bergamo. Immagini della città e del suo territorio” (Bergamo, Elleni Gallerie d’arte, 2009).
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